"In Calabria ogni mattina un sindacalista si sveglia e sa che dovrà correre per inseguire imprenditori, assessori, presidenti, sindaci, dirigenti, politici, funzionari…": E' così che inizia la nota stampa di Giuseppe Valentino, Segretario Generale Filcams Cgil Calabria. "Ogni giorno- prosegue - in Calabria si perdono occasioni di lavoro, si lasciano per strada intere famiglie e professionalità, si decide chi deve lavorare e chi no. Gli appelli della Magistratura, impegnata in uno straordinario lavoro di liberazione della nostra terra dalla feccia criminale ‘ndranghetista, sono importanti, ma rischiano di cadere nel vuoto in una Regione ricca di buone intenzioni e povera di concretezza".
"Ci sono una marea di aziende confiscate, - prosegue - di imprese sotto custodia giudiziaria, un esercito di disoccupati pronti a farle ripartire che quando va bene (quando cioè non vengono riacquisite dai criminali) restano ferme a marcire insieme alla speranza di migliaia di lavoratori che vorrebbero guadagnarsi da vivere in Calabria ma che si vedono costretti ad andare altrove per trovare pane e dignità. E’ più produttivo per certa politica e per il malaffare tenere le persone “a catena”, passare per benefattori quando in cambio del voto o del consenso sociale si offre lavoro attraverso le raccomandazioni. Basterebbe fare una statistica sull’andamento degli organici di alcune aziende che vivono di appalti e convenzioni pubbliche nei periodi elettorali e leggere i nomi degli assunti per farsi un’idea precisa su quanto sia poco esigibile il diritto al lavoro sul quale si fonda la Repubblica Italiana".
"L’emergenza vera della Calabria è liberare il mercato del Lavoro, - si legge ancora - perché se non si è liberi di lavorare e di emanciparsi attraverso il proprio impegno nella società, non si è liberi in nessun luogo. Per fare questo non basta la lotta alla criminalità o all’illegalità, bisogna che la politica costruisca ponti laddove ci sono muri che ostacolano ed impediscono l’accesso al mondo del lavoro. C’è bisogno in Calabria di una Primavera del lavoro. Di costruire un patto sociale che metta insieme l’imprenditoria sana, il sistema formativo, le Istituzioni e le masse di inoccupati e disoccupati che percepiscono ammortizzatori sociali e sostegno al reddito".
"I Calabresi, - conclude Valentino- gente onesta e laboriosa, sarebbero pronti a scambiare l’assistenza con la fatica e l’impegno. Chi Governa oggi il Paese e si candida a Governare la Calabria non può cavarsela cavalcando l’onda delle inchieste giudiziarie ma deve trovare strumenti e soluzioni ancora prima di chiedere ai calabresi di essere sostenuto con il voto. Non è più credibile chi parla con la lingua biforcuta, chi in Calabria promette soluzioni speciali a problemi che a Roma diventano ordinari. Qua se campa d’aria afferma una nota canzone popolare, spesso “fritta” ci viene da aggiungere, quando quello di cui avremmo bisogno è di una boccata d’aria fresca".
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