L'occupazione dei posti letto di area medica è al 42%; al 19% quella delle Terapie intensive. Governo e regioni valutano di ridurre del 10% le soglie critiche
11 maggio 2021 19:00di GABRIELE RUBINO
Sono ancora in sovraccarico i reparti dei area medica degli ospedali calabresi, mentre più tranquilla è la situazione nelle Rianimazioni. E' quanto emerge dall'analisi dei dati sulla pressione delle strutture regionali. I dati del martedì sono quelli di cui si tiene normalmente conto nel monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità del venerdì sulla base del quale la Cabina di regia assegna i colori alle regioni, cui fanno seguito le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza che poi entrano in vigore dal lunedì della settimana successiva.
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LA SITUAZIONE ATTUALE- Il tasso di occupazione dei posti in area medica (seppure in lieve discesa) è pari a circa il 42%, a fronte di una soglia critica per il momento fissata al 40%. Più rassicurante la percentuale dei posti occupati in Terapia intensiva, che raggiunge circa il 19% a fronte della soglia di allerta del 30%. Nell'ultimo monitoraggio, che ha portato la Calabria in zona gialla, la valutazione di impatto (che tiene conto appunto dalla pressione sugli ospedali) è rimasta 'alta', seppure stemperata dalla valutazione della probabilità 'bassa' che ha portato ad una classificazione complessiva del rischio 'moderata', sebbene ad alta probabilità di progressione, che combinato allo scenario di trasmissione di tipo 1 ha fatto scattare le misure meno restrittive (parametri ripetuti per due settimane consecutive). La proiezione dell'incidenza cumulativa dei casi è in diminuzione.
I POSSIBILI CAMBI NELLE PROSSIME ORE- Tuttavia proprio nelle prossime ore, dopo giorni di insistenza da parte delle regioni, potrebbero cambiare i parametri per l'assegnazione dei colori. Si stanno confrontando l'Istituto Superiore di Sanità e i tecnici delle regioni. Sul tavolo, secondo quanto appreso dall'Ansa, ci sarebbe la revisione di due indicatori: l'Rt ospedaliero e l'incidenza dei casi di infezione da Covid. Il passaggio in zona ad alto rischio avverrebbe se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 30% e al 20% (ora al 40 e al 30). Una riduzione del 10%.Tre le fasce di incidenza: quella a maggior rischio sarebbe fissata a partire da 150 casi su 100mila persone. Invece oggi è fissata a 250 casi per 100 mila abitanti. Gli esperti starebbero valutando la possibilità di incrociare i due parametri, anche se al momento non vi sono conferme che questi saranno gli indicatori definitivi che arriveranno domani all'attenzione di Governo e Regioni. Verosimilmente qualora si decidesse di applicarli, modificando il sistema attuale, verrebbe usato un algoritmo differente da quello utilizzato finora. Non è nemmeno chiaro se con il nuovo modello si terrà conto di altri parametri come i vaccinati (o almeno i vaccinati di una determinata fascia anagrafica) e i guariti che possiedono ancora anticorpi.
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