"Dal 17 gennaio i lavoratori della Seatt, cooperativa che ha in appalto la gestione dei servizi amministrativi dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, non hanno più il loro posto di lavoro. La comunicazione del licenziamento è avvenuta con una modalità che sta prendendo piede nell’ormai evidente situazione di svalutazione del lavoro e della dignità delle persone: con un breve messaggio WhatsApp. Un dramma per tutte le famiglie coinvolte, trovatesi improvvisamente senza una fonte di sostegno", lo denuncia il Prc.
"Una situazione angosciante che si va ad aggiungere ai tanti episodi simili che sono accaduti nella nostra Regione, in particolar modo per quanto riguarda il comparto della sanità. Questi licenziamenti incidono negativamente sullo stato già precario della sanità calabrese, peggiorando quei servizi fondamentali che devono essere garantiti per decine di migliaia di persone.Per questo, sin da subito, ci siamo trovati al loro fianco nella protesta che ha visto lavoratrici e lavoratori della Seatt e del sindacato Usb salire sul tetto dell’ospedale per chiedere risposte, dignità e rispetto. Un atto forte per richiamare l’attenzione di istituzioni e di una certa politica, attenta ai lavoratori solo in campagna elettorale. Una situazione che fa emergere con forza il bisogno di un nuovo piano socio-sanitario che garantisca il diritto alla salute dei cittadini calabresi, come sosteniamo da tempo", proseguono i comunisti.
"Il Partito della Rifondazione Comunista, pertanto, si schiera al fianco della mobilitazione dei lavoratori della cooperativa e dell’Usb, continuando a sostenere le rivendicazioni per il ripristino dei servizi, il reintegro dei lavoratori e la salvaguardia dei livelli occupazionali finalizzata, soprattutto, all’internalizzazione del servizio, per svincolare i lavoratori dal giogo del clientelismo e dei potentati politici locali", chiosa il Prc.
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