CASO CATANZARO SERVIZI. Il Mef: “Compensi eccedenti e incompatibilità”. Correggia, carte alla mano: “Calcolo sbagliato del verificatore. Ed ero compatibile”

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images CASO CATANZARO SERVIZI. Il Mef: “Compensi eccedenti e incompatibilità”. Correggia, carte alla mano: “Calcolo sbagliato del verificatore. Ed ero compatibile”
Il direttore dell'Amc Marco Correggia
  29 marzo 2020 21:24

di GABRIELE RUBINO

Disordine nella riconciliazione dei crediti e dei debiti, contratto di servizio lontano dai criteri di economicità e mancato svolgimento del controllo analogo. C’è questo ed altro nella relazione ispettiva del Mef che ha scandagliato ai raggi X la Catanzaro Servizi, l’ente strumentale del comune del capoluogo. Ma non solo.

Banner

LEGGI QUI la prima parte sulla vulnerabilità del contratto di servizio e l'impiego dei dipendenti

Banner

LEGGI QUI la seconda sui disallineamenti dei crediti e dei debiti fra Comune e partecipata

Banner

Il dirigente del Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica, Cesare Carassai, ha anche perlustrato la spinosa voce dei compensi degli amministratori e degli affidamenti, fra questi anche le consulenze. Non è il solo citato nella relazione, ma comunque ad aver ricoperto entrambi le vesti, nel periodo di verifica, c’era Marco Correggia a cui sono dedicati alcuni paragrafi del documento e un paio dei sedici rilievi finali. Non è il solo citato, ci sono molti altri incarichi ed affidamenti (e presto ci si occuperà delle ulteriori osservazioni ministeriali), ma il manager, carte alla mano, ha già inviato le pec alla Catanzaro servizi per le controdeduzioni rispondendo punto su punto. Convinto di aver agito correttamente, non si nasconde e ci mette la faccia. La Nuova Calabria metterà a confronto i rilievi della relazione del Mef con le risposte di Correggia tese a smontare gli addebiti, che peraltro ritiene essere marginali rispetto al complesso della relazione, ricordando anche che si tratta di un’istruttoria ancora aperta.

I COMPENSI “ECCEDENTI” DA LIQUIDATORE- L’attuale dg dell’Amc, la partecipata del trasporto pubblico locale di Catanzaro, ha avuto ruoli di primo piano nella multiservizi. Dapprima con l’incarico di Liquidatore, poi di Presidente del collegio sindacale e poi ancora come consulente. Come Liquidatore (dal 19 settembre 2012 al 9 maggio 2014), nella relazione si legge come seppure venisse “previsto un compenso annuo identico a quello annualmente previsto per l’Amministratore Unico pro tempore”, ricostruisce il dirigente-ispettore, “va rilevato che detti compensi risultano notevolmente superiori all’emolumento dell’Amministratore Unico che lo ha preceduto”. Stando ai suoi calcoli, l’emolumento che avrebbe rispettato il limite normativo del 70% dell’indennità del Sindaco sarebbe dovuto ammontare a 39.766,44 euro annui. Mentre Correggia ha percepito di più. “Si desume – si legge ancora nella relazione- che le somme in eccedenza ammontano in rapporto ai periodi in carica, rispettivamente ad euro 17.542 per il 2013, ad euro 5.155,18 per il 2014 essendo state illegittimamente erogate e andrebbero recuperate”.

LA REPLICA: “NO, I CALCOLI GIUSTI SONO QUESTI”- Nelle controdeduzioni sul punto, Correggia sostiene che “tali rilevi risultano palesemente e totalmente erronei ed infondati per le seguente motivazioni: I compensi del Liquidatore, corrisposti mediante emissione di fatture mensili (12 per anno) in quanto reddito rientrante dell’attività professionale di Dottore Commercialista, risultano i seguenti: Anno 2013 periodo Gennaio - Dicembre € 45.447,36 (3.787,28 x 12) per come riscontrabile dalle fatture registrate in contabilità; Anno 2014 periodo Gennaio - Aprile € 15.149,12 (3.787,28x 4)”. Il manager così confronta: “Il compenso del precedente Amministratore Unico risulta pari ad € 3.787,28 mensili (45.447,36 annui) per come facilmente riscontrabile dalle fatture registrate in contabilità”. Da qui la conclusione: “Pertanto le differenze calcolate dalla verifica Ministeriale si annullano in quanto non si rilevano somme in eccedenza”. In sostanza la tesi difensiva è che da Liquidatore, il compenso è stato simmetrico con quello dell’Amministratore Unico. In aggiunta, a livello normativo, per il Liquidatore comunque non esistono le stesse limitazioni imposte per la carica di Amministratore. Quindi poteva anche avere legittimamente un emolumento maggiore.

LA GRANA DELL’INCOMPATIBILITA’- Dimessosi da Liquidatore, Correggia viene nominato consulente per la predisposizione di due importanti atti di programmazione per la Catanzaro Servizi. Dopodiché si accomoda sulla poltrona di Presidente del Collegio sindacale, dal 3 maggio 2017 al primo agosto 2018. E ci avviciniamo al presente. Il 13 agosto, a far data dal 2 di agosto l’attuale Amministratore Unico gli conferisce l’incarico di consulente fiscale e del lavoro di durata annuale. Secondo la ricostruzione di Carassai, Correggia non è più consulente. Ma quando? Risposta: “In data 13.8.2018, dimissioni che sono state accettate ma a far data dal 30.5.2019”. Sulla questione della date, Correggia precisa di essersi dimesso il 13 agosto da Presidente del Collegio Sindacale, non da consulente. La risoluzione del contratto della consulenza è arrivata proprio il 30 maggio 2019 “per senso di responsabilità”. Ad ogni modo, al di là della tempistica, si apre in parallelo una sorta “controversia” giuridica. Il manager era stato nel frattempo nominato direttore generale dell’Amc a far data dal 31 maggio 2018, incarico che ricopre ancora oggi. Per un periodo Correggia si è comunque ritrovato con incarichi in entrambe le partecipate. Il dirigente Carassai cita l’articolo 9, comma 2, del Dlgs 39/2013 secondo cui “gli incarichi amministrativi di vertice e gli incarichi dirigenziali, comunque denominati nelle pubbliche amministrazioni, gli incarichi di amministratore negli enti pubblici e di presidente e di amministratore delegato negli enti di diritto privato in controllo pubblico sono incompatibili con lo svolgimento in proprio, da parte del soggetto incaricato, di un’attività professionale, se questa è regolata, finanziata o comunque retribuita dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico”. Letta la norma, l’ispettore ritiene che “deve, pertanto, rilevarsi l’incompatibilità dei predetti incarichi”.

LA REPLICA: “NESSUNA INCOMPATIBILITÀ: ECCO PERCHÉ”- Per Correggia l’incompatibilità “non si configura in alcun modo come tale in quanto l’A.M.C. Spa, anche se partecipata dal Comune di Catanzaro al 100%, risulta affidataria dei servizi di T.P.L. da parte della Regione Calabria che eroga i relativi corrispettivi per il tramite del consorzio CO.ME.TRA. e non dal Comune di Catanzaro. Difatti, i rapporti contrattuali per l’affidamento, l’esecuzione e le modalità di esecuzione del servizio di mobilità, compreso il sistema tariffario, sono regolati da appositi contratti di servizio stipulati con l’Ente concedente Regione Calabria”. “Pertanto – spiega il manager- il ruolo di Direttore Generale è stata affidato e pertanto retribuito mediante procedura selettiva pubblica dalla società A.M.C. Spa che risulta affidataria del servizio di TPL dalla Regione Calabria, mentre le attività di consulente e di Presidente del Collegio Sindacale sono state affidate e retribuite dalla società Catanzaro Servizi Spa”. “Inoltre l’attività professionale dal dr. Marco Correggia e l’incarico di Presidente del Collegio Sindacale svolti entrambi in favore della Catanzaro Servizi Spa non sono stati finanziati, regolati o retribuiti dall’Amministrazione che ha affidato l’incarico di Direttore Generale”, dice il manager. In ogni caso, il professionista pur ritenendosi compatibile ha comunque rimosso l’ipotizzata incompatibilità con il recesso dall’incarico di consulente a maggio 2019. "Altri professionisti nella Catanzaro Servizi - chiosa- si trovano in situazione di evidente conflitto di interessi ed incompatibilità". (Continua…)







Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner