di TERESA ALOI
Tutto è rimasto fermo al 13 agosto quando Massimo Torregrossa, 51 anni, catanzarese, originario di Aversa, ha risposto a quel sms ai colleghi che, la mattina, non vedendolo arrivare sul posto di lavoro, gli avevano telefonato per sapere cosa fosse successo. “Non sto bene, non vengo al lavoro oggi”. Poche parole. Le ultime. Oggi, di lui restano i tanti messaggi su facebook e i mille appelli della famiglia.
Manca qualche giorno e sarà trascorso un anno senza Massimo. Senza il suo sorriso. Senza quella cordialità e quell’affabilità che infondeva in chiunque incontrava. Una vita dedicata agli altri, a far del bene. Una serenità conquistata anno dopo anno. Ma sempre con grande amore. Quello stesso amore che ha permeato ogni sua scelta di vita. Prima, quella di vestire l’abito da religioso della Congregazione “Oblati di Maria immacolata” di cui faceva parte da anni anche in qualità di presbitero e che lo aveva portato, a prestare la sua opera di missionario, in Paesi anche extracomunitari. Poi quello per la moglie, incontrata a Catanzaro dove era stato assegnato durante l’Episcopato di monsignor Antonio Cantisani.
Di Massimo Torregrossa si sono perse le tracce. Sembra inghiottito nel nulla. E a niente sono valsi gli appelli della famiglia. Un appello dietro l’altro, nell’attesa di sentire quel telefono squillare.La sua auto, quell'Alfa Romeo 147 ritrovata nel piazzale del Benny hotel, non ha "svelato" nulla. Nessun traccia che possa avvicinare a Massimo Torregrossa.
Si parla di allontanamento volontario dell’operatore, impiegato negli uffici amministrativi di Fondazione Betania, una conclusione alla quale sarebbe arrivati anche i carabinieri che stanno portando avanti le indagini .
Ma la famiglia aspetta.Tutti lo aspettano. I suoi genitori, le sorelle, i familiari, gli amici.“Siamo sempre in attesa di una telefonata sua, una notizia – dice la sorella Barbara - Siamo sempre più in angoscia pensando a come sta, dove sta e cosa gli possa essere successo. Speriamo tutti con tutto il cuore di sapere qualcosa al più presto. Vorremmo tanto riabbracciare mio fratello”.
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