Molestie vicino all'Unical. Un furgone bianco e un uomo che si masturbava, nel racconto di una studentessa

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L'Unical
  01 aprile 2021 14:37

di TERESA ALOI

Quando se l'è trovato di fronte ha pensato volesse un'indicazione stradale. Che non sapesse una via o come arrivare ad una via. E invece tutt'altro. Perché alla guida di quel furgoncino bianco quel signore sulla sessantina si stava masturbando proprio mentre guidava. E davanti a lei.

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Sulla strada per arrivare all'Unical, qualche decina di metri dal ponte che attraversa i cubi delle Facoltà, succede che alcune ragazze si siano imbattute anche in questo. E non è per nulla piacevole. Certo, potrebbe succede e succede ovunque, ma nei pressi di una Università, certe cose dovrebbe "stare al di fuori". 

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Martina (il nome di fantasia per tutelare la privacy) ha 28 anni, è di un paese della provincia reggina ed è iscritta all'ultimo anno della Magistrale in Ingegneria civile all'Unical. E' una di quelle ragazze che si possono definire "toste": il tono della sua voce lo conferma. Nessun tentennamento, nessuna insicurezza nel testimoniare ciò che le è accaduto. 

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"Quando me lo sono trovato di fronte - ricorda - avrei voluto dirgli tante cose ma è stato come come se mi fossi bloccata. Ho solo gridato e sono scappata via".  "Ma se ci fosse stata una ragazzina più giovane di me cosa avrebbe fatto?", si chiede, pensando a tutte le matricole che in quella zona hanno scelto di trascorre la vita universitaria. Perché è vero che non è una "violenza fisica" ma è pur sempre una violenza. 

Lì su quei pochi metri  "una strada stretta e poco illuminata al calar del sole"  Martina era sola. Erano le 10,30. In pieno giorno e certo non in una via poco frequentata considerata la sua vicinanza con l'ateneo cosentino. 

"In quei momenti la paura ti blocca. E' stata questione di un attimo". Ma Martina ha visto bene cosa quell'uomo stesse facendo.   

E non sarebbe stata neppure l'unica volta, quella. Perché Martina "sapeva" di quel furgoncino bianco. "So che una ragazza lo ha riferito al padre e al fidanzato", ricorda.  Da quel giorno lei non lo ha visto più. Magari  "le consegne" le starà facendo da tutt'altra parte. 

Ma ciò che resta è la "disperata richiesta di sicurezza".  E non solo all'interno dell'Ateneo. 

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