di EDOARDO CORASANITI
Nuova decisione, nuova carta da giocare: il collegio difensivo di Giancarlo Pittelli ha presentato l'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare (299 cpp) al Giudice dell'indagine preliminare. Obiettivo: ottenere la scarcerazione dell'avvocato ed ex parlamentare in carcere dal 19 dicembre e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Rinascita Scott”.
Gli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile e Giovanni Arico, legali di fiducia di Pittelli, questa volta si presentano dal Gip con un elemento in più: la decisione della Corte di Cassazione di venerdì scorso, la quale ha ridimensionato i capi di imputazione, annullando tutti i reati fine (come ad esempio per la vicenda Naselli-Delfino e l'accusa abuso d'ufficio) e riqualificando il concorso esterno aggravato in concorso esterno semplice. Non più, dunque, per aver agevolato il boss Luigi Mancuso, ma per aver favorito l’organizzazione mafiosa. La misura cautelare però è rimasta la stessa, il carcere (LEGGI QUI LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE).
Giancarlo Pittelli è accusato di essere il collante tra criminalità organizzata e massoneria deviata (LEGGI QUI TUTTE LE ACCUSE) nell’ambito dell’operazione che ha fotografato una presunta correlazione tra le cosche del vibonese, Massoneria deviata e politica: 416 erano gli indagati iniziali dell'operazione, mentre ora il numero totale segna 479. Altre posizioni, invece, sono state stralciate (LEGGI QUI TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI).
Episodi che sono costati a Pittelli l'accusa di partecipazione all'associazione mafiosa. Qualificazione dettata a dicembre dal Gip Barbara Saccà, che ha aggravato la richiesta della Procura, la quale voleva l'arresto per concorso esterno in associazione mafiosa. Su quest'ultima scia si è ritrovato il Tribunale della Libertà. Ad inizio gennaio ha riqualificato l'accusa riportandola a concorso esterno (LEGGI QUI IL RICORSO E I MOTIVI DEL RICORSO IN CASSAZIONE). (LEGGI QUI IL RICORSO AL RIESAME). Lette le motivazioni i legali hanno presentato il ricorso in Cassazione.
Tra il Tribunale del Riesame e la Cassazione, nel frattempo, il collegio difensivo a fine gennaio scorso ha giocato la stessa mossa di oggi con un'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare (299 cpp) al Gip Barbara Saccà, evidenziando la possibilità di eseguire la misura cautelare in un domicilio fuori regione e con il braccialetto elettronico. Il giudice dell'indagine preliminare ha risposto picche: la misura cautelare del carcere era ritenuta “congrua e proporzionata rispetto alla pericolosità dell’indagato e al pericolo cautelare” (LEGGI QUI LA DECISIONE DEL GIP E LA PRIMA ISTANZA DEL COLLEGIO DIFENSIVO). L'istanza dunque viene rigettata e la palla a fine aprile passa al Tribunale della Libertà per l'appello cautelare. Stesso risultato: Pittelli resta in carcere.
Ora si apre un nuovo capitolo davanti al Gip, a partire dalla decisione della Corte di Cassazione che ha alleggerito tutti i capi di imputazione. Stesso iter in caso di rigetto: l'appello cautelare al Tribunale della Libertà.
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