di TERESA ALOI
Giudizio immediato, saltando l'udienza preliminare. Per la Procura, la confessione di Sergio Giana, l'assassino di Loredana Scalone, la 51enne uccisa e gettata giù dalla terrazza della scogliera di Pietragrande a Stalettì il 23 novembre scorso, è sufficiente. L'udienza, il 13 luglio, quando il 36enne di Badolato comparirà in aula assistito dall'avvocato Salvatore Staiano.
Un omicidio, secondo le prime ricostruzioni, consumato alla fine di una tormentata storia sentimentale, di quel mese di convivenza non andato a buon fine tanto che il 36enne di Badolato era tornato a vivere con la moglie.
Un pomeriggio come un altro, quel lunedì, da trascorre insieme. Come tanti. Un messaggio per incontrarsi davanti ad uno degli specchi d'acqua più belli del Mar Ionio, alla fine di una giornata di lavoro.
Loredana e Sergio arrivano lì, sulla terrazza di Pietragrande. Le telecamere del locale riprendono la coppia arrivare sul posto per poi allontanarsi verso l'ultima terrazza della discoteca. Ed è lì che, secondo la ricostruzione si consuma il dramma. Saranno le stesse telecamere ad incastrare l'uomo che esce, da solo, per poi rientrare qualche ora dopo.
E' lì che si consuma l'omicidio. Ed è lì, che il giorno dopo verrà ritrovato il corpo di Loredana. Completamente nuda. Sporca. Di fango e sangue, nascosta in un incavo scavato nelle rocce. Il suo corpo "mortificato" da decine di coltellate inferte, probabilmente, con un coltello dalla lunga lama: al torace, alla schiena, al volto. Accanto la sua borsa, le scarpe. I suoi vestiti. Rannicchiata su se stessa, in un dirupo difficile da raggiungere a tal punto che i vigili del fuoco vigili del fuoco di Soverato e i colleghi del Nucleo speleo- alpino- fluviale, hanno lavorato oltre 4 ore per riportarla su. Uccisa e gettata giù tra gli scogli.
La confessione arriva qualche ora dopo. La stessa che confermerà davanti al gip in oltre due ore di interrogatorio. La loro relazione, la fine di quella convivenza. Con la mente era tornato a quel lunedì pomeriggio. Apparentemente calmo, aveva "rivisto" Caminia, gli scogli, il mare. Aveva "ripercorso" la strada, in autobus da Badolato, fino a Stalettì dove era andato a prendere Loredana che aveva appena finito di prestare servizio - la donna era collaboratrice domestica - in una casa privata. Al giudice per le indagini preliminari Giana aveva raccontato di essere stata lei a chiedere un confronto. In un messaggio gli aveva chiesto un incontro per chiarire alcuni aspetti della loro storia d'amore. Una storia d'amore che andava avanti da qualche tempo e che li aveva visti conviventi per un breve lasso di tempo. Poi lui era tornato sui suoi passi ed era rientrato a casa dalla moglie. Ma lei, secondo il racconto dell'indagato, non lo avrebbe accettato.
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