Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna. L'allevatore e il figlio condannati a 20 anni

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images Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna. L'allevatore e il figlio condannati a 20 anni

  20 luglio 2021 14:31

di TERESA ALOI

Sono le 14,30 quando il giudice per l'udienza preliminare Giorgio Altieri legge la sentenza: in aula, Joselito Marras, 52 anni,  insieme al figlio Michael, 27 accusati del duplice omicidio volontario ed occultamento dei cadaveri dei due fratelli originari di San Gregorio d'Ippona, nel  Vibonese,  Davide e Massimo Mirabello, di 40 e 35 anni, uccisi a Dolianova, un piccolo centro a sud della Sardegna.

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Vent'anni a padre e figlio più 5 anni di vigilata. Due anni per Stefano Mura accusato di favoreggiamento.

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Era il 9 febbraio 2020 quando  Davide e Massimiliano, con moglie e figli, pranzano con alcuni amici nella casa di campagna. Finito di mangiare Davide esce per accompagnare il nipote da amici e rientra poi a casa. E' in un ultimo tratto di strada  che si imbatte in Joselito Marras e nel  figlio Michael, al rientro dal pascolo del gregge. Davide discute con padre e figlio, rientra a casa, chiama il fratello e insieme ripartono subito a bordo della loro Polo: con ogni probabilità  volevano chiarire. A casa, lì, a Dolianova non rientreranno più. 

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Tutti sapevano degli attriti e dei problemi di vicinato tra i Marras e i Mirabello legati al pascolo del gregge. Prima litigi, poi accuse sull'uccisione di un cane, l'incendio di una Ape Piaggio e di un capanno e, infine, un' aggressione ai danni di Michael Marras. Poi, alla fine, la tragedia. 

Furono giorni di ricerche,  notte e giorno, trascorsi alla ricerca di Davide e Massimiliano.  Le sorelle di Davide e Massimiliano, assistite dall'avvocato Gianfranco Piscitelli, non si arresero. Un appello dietro l'altro a "chi sapeva qualcosa". Volevano riportarli a casa. Volevano i loro corpi. Per riabbracciarli un'ultima volta. E li avevano  cercati ovunque battendo il territorio palmo a palmo. Con i cani molecolari, con i sommozzatori che  scandagliarono ogni corso d'acqua, torrente, fiumiciattolo.  

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I corpi di Davide e Massimiliano Mirabello  erano lì in località Funtana Pirastu, nascosti nella fitta vegetazione della zona, poco lontano da una strada che si ricongiunge con quella dove fu ritrovata, incendiata, la loro auto.Verranno ritrovati  nelle campagne di Dolianova  poco meno di due mesi dopo la loro scomparsa, il 3 aprile 2020. Abbandonati lì. I loro corpi mortificati dagli animali selvaggi.   

Soddisfazione è stata espressa dall'avvocato Gianfranco Piscitelli, assieme al legale Salvatore Sorbili e Antonello Spada parte civile per i familiari delle due vittime e dell'associazione Penelope che aveva aiutato nelle ricerche nel mese in cui i fratelli Mirabello risultavano scomparsi. Leggeranno le motivazioni della decisione del giudice e poi presenteranno ricorso in appello gli avvocati difensori Maria Grazia Monni, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu. A difendere Stefano Mura, invece, c'erano Gianfranco Trullu e Doriana Perra.

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